Ricordo di Paolo Barozzi
ll primo di dicembre 2018, a Milano, è improvvisamente mancato Paolo
Barozzi, già assistente personale di Peggy Guggenheim a Venezia e
successivamente gallerista, giornalista, critico e scrittore, uno dei
personaggi più rappresentativi e interessanti che dalla seconda metà del
novecento fino ad ora sono stati protagonisti del panorama dell'Arte
Contemporanea nazionale e internazionale. Paolo è uno dei discendenti di
una delle più antiche famiglie di Venezia, fin da piccolo è cresciuto in
un ambiente dedito all'arte, visto che il padre e il nonno erano stimati
antiquari nella città lagunare. Tra i loro clienti e conoscenti c'erano
personaggi illustri, tra cui Ernest Hemingway a cui il giovane Paolo in
occasione di una cena nel palazzo di famiglia aveva confessato la
volontà di diventare scrittore. Dopo gli studi a Londra e un breve
periodo lavorativo a Milano, fu il fatale incontro con Peggy Guggenheim
nel '59 a Venezia che condizionò tutta la vita futura di Paolo. Infatti
Peggy gli chiese di seguirla
con altri amici in un viaggio in Grecia, quello poi divenne un lungo
"viaggio nell'arte contemporanea". Già nel 1960, in uno studio del
padre, Paolo organizzò una prima mostra d'arte africana con l'aiuto
della Guggenheim e del critico Franco Monti, in quell'occasione conobbe
il miliardario americano Stanley Marcus che poco dopo lo invitò negli
Stati Uniti per seguire una mostra d’arte che si doveva tenere nei suoi
grandi magazzini di Dallas, in collaborazione con la Galleria Malborough
di Roma. Successivamente si trasferì a New York, dove tra l'altro
conobbe in anteprima quelli che sarebbero diventati gli esponenti della
Pop Art, da Rauschenberg ad Allan Kaprow, e in particolare incontrò
diverse volte Andy Warhol grazie a Ivan Karp, l'assistente di Leo
Castelli, il noto gallerista con cui Paolo poi avrebbe collaborato gli
anni successivi. Andy in realtà nel 1960 era considerato ancora un
grafico e non era ancora riuscito ad entrare nella scuderia della
Galleria Castelli di New York, ma Barozzi aveva già intuito le enormi
potenzialità che aveva Warhol. Infatti quando nel ‘61 rientrò a Venezia
e iniziò una stabile collaborazione con la Guggenheim diventando suo
assistente personale, Paolo le suggerì di considerare le opere della
nascente Pop Art, ma Peggy, legata al surrealismo e all'action painting,
non la riteneva una forma d'arte... Gli anni successivi insieme alla
Guggenheim a Palazzo Venier dei Leoni furono un susseguirsi di mostre,
incontri ed eventi, un periodo in cui Paolo ebbe modo di conoscere di
persona non solo i più grandi artisti dell’epoca, uno su tutti Marcel
Duchamp, ma anche importanti intellettuali e scrittori di livello
internazionale, da Truman Capote, a
Tennessee Williams, a Gore Vidal… Un percorso che poi lo portò alla
decisione di aprire delle sue gallerie, pur rimanendo in stretto
contatto con la collezionista americana vista anche la solida amicizia
che li legava. Nel 1966 aprì a Venezia una sua prima galleria, e
successivamente aprì anche a Milano, mosso non certo dalla volontà di
arricchirsi ma da una sincera curiosità e da uno spiccato intuito che lo
spingevano a indagare tra le diverse tendenze e movimenti artistici,
come poi ci ricordarono parlando di lui personaggi come Pierre Restany,
Fernanda Pivano o Gillo Dorfles. Nel corso degli anni Paolo Barozzi ha
esposto i più grandi nomi del panorama artistico nazionale, da Rotella a
Parmeggiani, da Dorazio a Novelli, e internazionale, da Albers a Man
Ray, a Gustav Klimt, ed è stato uno dei primi a proporre ed esporre in
Italia, vista anche la già citata amicizia con il noto gallerista Leo
Castelli, artisti come Jasper Johns, Dennis Oppenheim, Lichtenstein,
Rauschenberg, Andy Warhol, Allan Kaprow, Joseph Kosuth, solo per
ricordarne alcuni. Dato l'interesse di Barozzi anche per il cinetico e
l'optical, importante fu anche il rapporto di collaborazione con la nota
Galleria Denise René di Parigi, e in particolare il lungo legame con
Lucienne Kilian (sorella di Denise), con cui organizzò varie mostre,
soprattutto di Victor Vasarely. Fu tra l’altro il primo a esibire il
lavoro di Fabio Mauri nella prima edizione della ormai celebre mostra
“Ebrea”, nel 1971. Ma oltre alla sua attività di gallerista e promotore
d’arte proseguita fino a oggi nei suoi studi di Milano e di Venezia,
Paolo Barozzi espresse il suo interesse per il mondo dell’arte e per i
suoi personaggi anche attraverso la scrittura: già dai primi anni
sessanta realizzò numerosi articoli pubblicati su diverse testate, da
Il Mondo di Pannunzio, a Domus, da Vogue, a
Business Art… Scrisse poi diversi libri, tra cui si ricordano i
recenti “Con Peggy Guggenheim, tra storia e memoria” (2001), "Venezia -
Luogo della Mente"(2009) e "Venezia Leggendaria - Scrittori e
Personaggi"(2009), "Andy Warhol ed Io. Cartoline dal tempo della Pop
Art"(2009), "Da Duchamp agli Happening - Articoli pubblicati sul Mondo
di Pannunzio e altri scritti"(2013), "Il Retaggio di Jackson
Pollock"(2017). Paolo Barozzi è stato un personaggio eclettico ed
originale del mondo dell’arte contemporanea, di cui è stato un
protagonista e un testimone di fondamentale importanza, la sua scomparsa
lascia un vuoto che non potrà essere colmato…
Noi che gli eravamo vicini abbiamo perso un caro e insostituibile amico,
e dopo molti anni di collaborazione e decine di presentazioni fatte
insieme, non riesco ancora a capacitarmi che Paolo non ci sia più…
(Ottavio
Pinarello, dicembre 2018)
"Paolo Barozzi, una passione per
l'arte" di Ottavio Pinarello,
prefazione di Gillo Dorfles - ArteCom Editore (Roma)
"Paolo Barozzi, una passione per
l'arte", è il libro fotografico scritto e curato da Ottavio Pinarello,
nella sua veste non solo di artista ma anche di scrittore. Il volume,
impreziosito dalla prefazione di Gillo Dorfles, è stato pubblicato da
ArteCom Editore di Roma. L'autore Ottavio Pinarello è profondo
conoscitore della lunga e particolare attività di Barozzi, da anni
infatti collabora come artista col noto gallerista e promotore d'arte
veneziano. Questo libro, grazie al gran numero di immagini fotografiche
inedite tratte dal suo esteso archivio personale, illustra quindi i
passaggi salienti della lunga attività di Paolo Barozzi, già amico e
assistente personale di Peggy Guggenheim negli anni '60, successivamente
noto gallerista e promotore d'arte tra Venezia e Milano. Oltre ad aver
esposto i più grandi nomi del panorama nazionale (da Rotella a Vedova,
da Parmeggiani a Dorazio...), Barozzi è stato uno dei primi a proporre
ed esporre in Italia artisti come Jasper Johns, Dennis Oppenheim,
Lichtenstein, Rauschenberg, Allan Kaprow, Joseph Kosuth e soprattutto
Andy Warhol, visto anche il suo contatto con Leo Castelli, il noto
gallerista di New York. Barozzi è stato ed è tuttora uno dei personaggi
più interessanti nell'ambiente dell'arte contemporanea e tramite questo
particolare libro fotografico si vuole illustrare la sua originale vita
attraverso le immagini e le testimonianze di altri grandi personaggi che
hanno frequentato Paolo Barozzi e partecipato agli eventi e alle mostre
da lui organizzati. Il volume è distribuito in Italia da Books
International di Bologna.
Il libro di Ottavio Pinarello, "Paolo Barozzi, una passione per
l'arte", è stato presentato varie volte nel corso del 2011, dalla
presentazione estiva in anteprima durante la mostra personale dello
stesso O. Pinarello, “Dentro il Profilo: la visione del pensiero”,
organizzata per i 150 anni dell'Unità d'Italia a Pieve di Cadore, alle
presentazioni di Lugano (Libreria Melisa, 13 ottobre 2011), Milano
(presentazione di con Gillo Dorfles, presso la libreria "Parole e
Pagine", il 20 ottobre 2011) e Venezia (presentazione del critico
americano Alan Jones, presso il Casinò di Venezia, sul Canal Grande, il
2 novembre 2011).
Successivamente, visto il notevole interesse suscitato, il libro di
Ottavio Pinarello su Paolo Barozzi è stato presentato presso la BIENNALE
di VENEZIA (nella storica sede di Ca' Giustinian, 18 novembre 2011),
presentazione del critico d'arte Marianna Accerboni e del critico e
scrittore americano Alan Jones; e nuovamente a Milano, presso lo SPAZIO
KRIZIA (30 novembre 2011), presentazione con Gillo Dorfles e la
giornalista Cristina Rossi.
Di seguito l'articolo uscito in
anteprima sul numero di
aprile/maggio 2011 della rivista Arte Contemporanea sul libro di Ottavio Pinarello, "Paolo Barozzi, una passione per l'arte":
- Leggi
inoltre l'articolo "Paolo Barozzi, uno degli ultimi eroi romantici
dell'arte contemporanea" di Ottavio Pinarello, pubblicato su Arte
Contemporanea, numero di novembre-dicembre 2007 (cliccare qui)
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